Semeur de Mirages

Fuori dalle Gabbie

Rimorchiatore

Quando un artista impugna tinte e pennelli non è facile intuire dove lui e il suo estro andranno a parare. Non è chiaro, per esempio, se ha già in mente l’esito esatto del suo sforzo imminente o se invece, secondo i più seducenti racconti sui geni, si avvicinerà alla tela senza alcun’idea in testa e con le orecchie ben tese ai sussurri di Madre Creatività. Non è affatto chiaro. Così come resta spesso un mistero l’essenza profonda delle sue opere d’arte: avrà voluto dar forma a un sogno, a un’illusoria visione, oppure è così che i suoi occhi vedono la realtà? Per noi fruitori di mostre può darsi che domande come queste abbiano un’aria molto familiare, ed è probabile che tra le pagine di un catalogo qualcuno di noi si sia scoperto tutto intento nel tentativo di sollevare, una volta per tutte, quel noto velo di Maya che sembra offuscare la nostra vista e la nostra autentica percezione delle cose. 

La Corniche
Ebbene, l’approccio all’arte di Mandy non fornirà alcuna risposta ai nostri quesiti esistenziali, non scioglierà i nostri dubbi su ciò che è reale e ciò che non lo è. Anzi, certamente li rafforzerà. Però è certo anche che ci guiderà verso universi popolati da vascelli e creature che, come animali scalpitanti, chiedono di essere liberati e di uscire fuori dalle gabbie.

E’ così, infatti, che prendono vita le sue città futuriste, megalopoli senza confini dalle atmosfere rarefatte e fumose; ed è così che le sue navi imponenti solcano nuvole leggere e onde di mari agitati. E infine è ancora così che i suoi paesaggi sospesi, mondi fluttuanti con impalpabili sfumature, si materializzano come miraggi tra dune dai contorni utopici e surreali. Sì, fuori dalle gabbie, che siano quelle del mondo reale o quelle non meno oppressive del nostro habitat mentale. Nelle tavole di Mandy la fantasia di ciascuno di noi fluttua tra gli sfondi metafisici di un immaginario che, a qualsiasi dimensione appartenga, sembra volerci dire che rimuovere quel velo celebre e antico, in fondo, non è poi così importante.

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