La battaglia del fiume Idaspe



Nel 331 a.c. Allessandro pose fine all’Impero persiano di Dario con la vittoria di Gaugamela. Gli anni successivi, fino al 327 a.c., servirono all’esercito macedone per ricondurre all’obbedienza le Satrapie della Persia orientale, fino a che nel 326 a.c. Alessandro di trovò di fronte ad un nuovo confine da superare, il fiume Hindu Kush. Quella checarri indiani noi conosciamo come India era una macro-regione governata da numerosi e bellicosi Rajà, troppo impegnati a farsi la guerra uno contro l’altro per costituire una reale minaccia ad un esercito come quello macedone. La resistenza all’invasione di Alessandro fu quindi caotica e poco coordinata. Solo un Re indiano, Poro, cercò di fermare l’avanzata macedone: la battaglia di svolse presso il fiume Idaspe. E fu memorabile.

Poro ed il suo esercito si schierarono lungo il fiume, per impedirne l’attraversamento da parte dei Macedoni. Con uno abile stratagemma, ed una generosa dose di fortuna, Alessandro riuscì ad attraversare l’Idaspe molto più a valle. Quando gli indiani se ne accorsero era troppo tardi, e furnono costretti a rischiarare l’esercito ed a dare battaglia ai macedoni su un terre non più Mappacosì’ sfavorevole.
Gli Indiani possedevano 85 elefanti da guerra, che Poro schierò ad una distanza di 15 metri di distanza l’uno dall’altro, a copertura della fanteria, costituita da circa 20000 arcieri. Ai lati stava la cavalleria ed i nobili sui carri (circa 240). Poro prese posizione sul suo elefante da guerra a fianco della linea di elefanti.
Il piano di battaglia era semplice: scompaginare lo schieramento nemico con al carica di elefanti e di carri, e finirlo con la fanteria.
Lo schieramento macedone era quello consolidato dalla esperienza. La cavalleria pesante era schierata sulla destra, ed era costituita dalla guardia di Alessandro, l’Agema e gli Etairoi, circa 300 cavalieri amati di lancia lunga. Il centro era occupato dalle falangi, mentre i tiratori erano schierati a protezione dell’ala sinistra.
Poro si accorse subito che la cavalleria sulla sua sinistra non sarebbe stata in grado di resistere alla carica della cavalleria Macedone, ed ordinò alla cavalleria della sua ala destra di spostarsi dall’altra parte dello schieramento. I Macedoni diedero il via alla battaglia caricando la cavalleria immediatamente di fronte a loro. La cavalleria macedone era più pesantemente armata di quella indiana, e la sua lancia lunga le conferiva una indubbia supremazia tattica. In poco tempo la cavalleria indiana venne messa in fuga con pesanti perdite.

Anche il centro scattò in avanti. Gli elefanti caricarono, ma si trovarono di fronte un muro di picche, una formazione nuova per la loro esperienza: i loro comandanti non sapevano come fare per superarla, ma ne l frattempo la fanteriaElefanti Indiani leggera macedone iniziò a bersagliare gli animali di frecce: ben presto anche la linea di elefanti venne indotta ad arretrare, scompaginando le file della fanteria di Poro. Gli arcieri macedoni riuscirono a ricompattarsi prima dell’attacco finale della falange macedone, ma  questo punto la pressione della cavalleria di Alessandro, ormai vittoriosa sulla loro destra, cominciò a farsi sentire, e furono costretti inizialmente ad arretrare, e poi a rompere.
Poro venne catturato, mentre il suo esercito venne virtualmente distrutto.
Il re indiano si era battuto con coraggio. Alessandro rispettava i re che combattevano in quel modo, sfidando la fortuna sul campo di battaglia. Lui era uno di quelli. Decise quindi di ri-insediare Poro come re dell’India, sotto il suo controllo ovviamente, e s preparò ad avanzare fino al fiume Gange.


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